Ovvero sugli uomini e sulle donne, omaccioni e donnicciole, sull’androgine, sulle cose scritte e non scritte, sulla memoria.
Ovvero sugli uomini e sulle donne, omaccioni e donnicciole, ometti e donnone, sulle cose scritte e non scritte, sulla memoria.
In un comune freddo e cupo del Nord, villette a schiera, grandi centri commerciali, vita calma e noiosa, allo scadere del giorno dedicato alla violenza sulle donne, un marito incensurato accoltella al volto la sua compagna che voleva lasciarlo, uccidendola. Lei aveva scoperto che lui la tradiva, controllandogli Whatsup. Lui tenta una farlocca ricostruzione, che cede alla terza domanda in questura. L’avvocatessa che lui chiama per difenderlo, rifiuta il caso conclamato di femminicidio. O donnicidio, come qualcuno vorrebbe che si chiamasse.
il caos è utile come l’armonia: potremmo dire che non hai una memoria efficiente, ma hai una memoria agenteil caos è utile come l’armonia: potremmo dire che non hai una memoria efficiente, ma hai una memoria agenteil caos è utile come l’armonia: potremmo dire che non hai una memoria efficiente, ma hai una memoria agente
L’anziana donna, una madre (in verità un lui che si finge una lei che si finge un lui) indossa la barba finta e grida allegrotta in un forte
L’anziana donna, una madre (in verità un lui che si finge una lei che si finge un lui) indossa la barba finta e grida allegrotta in un forte accento del Sussex:
“Let’s go to the stoning!”
Il suo figliolo le chiede perché le donne non possano partecipare alle lapidazioni.
“It’s written!”
L’anziana donna, una madre (in verità un lui che si finge una lei che
il caos è utile come l’armonia: potremmo dire che non hai
Il ruolo di grandi madri redentrici delle donne, puttane ma protettive, materne e accoglienti, senza di loro voi sareste solo dei caproni allo sbando, sfatti sporchi puzzolenti e alcolizzati, grugnireste invece che parlare e vi ammazzereste di botte e bottiglie rotte in testa…
Si può dire che l’ordine è struttura e il caos è creazione?
Si può dire che l’ordine è struttura e il caos è creazione?
Si può dire che l’ordine è struttura e il caos è creazione?
Il redento grugnirà meno, si laverà di più e vivrà più a lungo, ma perderà ogni appeal…
Come la donna castratrice di Stormi, la dea Kali che vola decapitando uccelli. O la donna accompagnatrice, come la
C’è la donna sabotatrice di stormi…
…che diventa la donna castratrice, la dea Kali che vola decapitando uccelli.
O la donna accompagnatrice, come la Dufrène, paravento del castrato, che gira su sé stessa e diventa un missile, un avvitatore, un albero in fiamme, una panchina in laterizio circolare nel recente quartiere iperfunzionalizzato vicino a Porta Garibaldi a Milano…
Ricordi quella mattina, prima di partire per la Francia, verso quel buco di culo presso Lione, dove abbiamo incontrato Pierre Bastien per la prima volta?
Intanto peró, sforzandomi al pari di uno stitico sul cesso, grazie a 10 minuti passati a fissare un puntino sul muro e col cervello che scricchiolava per lo sforzo, ho recuperato il ricordo che mi sfuggiva: il personaggio viscido, laido, sfuggente, serpentino e probabilmente impotente che tanto richiamava il Popeye di Santuario era Pierluigi, il boss pappone di Senza Pietà di Lattuada.
Come la donna castratrice di Stormi, la dea Kali che vola
Non ti ricordi mai un cazzo. Beata te.
Lattuada che fa Faulkner che fa Omero. E voilà l’archetipo oscuro del rapporto tra uomo e donna. La storia disperata tra un negro e una puttana, circondati da un coro di impiccioni, profittatori, mezzane e coboldi.
Come la donna castratrice di Stormi, la dea Kali che vola
Non è esatto, dire che non mi ricordo un cazzo.Ricordo un sacco di cose, ma scombinate, scomposte, frammentate. Non ho una memoria lineare, e quindi non ho una memoria efficiente.
Potremmo dire che non hai una memoria efficiente, ma hai una memoria agente…
Potremmo dire che non hai una memoria efficiente, ma hai una memoria agente…
Come la donna castratrice di Stormi, la dea Kali che vola
Devo forse solo immaginare la mia memoria come la luna di Ariosto. O come la palude della Storia Infinita. O come la più classica delle soffitte, di una casetta di famiglia americana un po’ cadente, col tetto a spiovente, in cui per decenni qualcuno ha accumulato il proprio ciarpame senza alcun criterio. Anzi, no, con un criterio, il cui codice peró è ignoto anche al legittimo proprietario, basato tra l’altro poco sulla logica e razionalità (strano a dirsi, per una persona così mentale) e più su una combinazione di misticismo, emotività, esaltazione, ritualità, superstizione e fantasticherie annesse. Insomma, io lo so che certe cose me le ricordo, ma non so accedervi. A volte questa sensazione è cristallina: come se fossi davanti a una pila di fogli alta e traballante tutta uguale e io dovessi estrarre un foglio specifico. Forse sono solo straordinariamente disordinata. Del resto il problema dell’archiviazione ce l’ho anche con gli oggetti fisici e reali…
Che sia una cosa delle femmine anche questa? Non la mancanza di memoria, per carità, quella è individuale, ma il problema di archiviazione e di accesso a determinati dati. O, forse ancor di più, dell’avere una memoria più emotiva che intellettuale…
Ho intenzione di commissionare al nostro agente, rappresentante di quel buonsenso ordinatore, che rende la vita una sequela di regole scritte in un codice ordinato, Igor Vacci, una campagna sociale tesa a liberare i cartelli stradali dal imposizioni di genere.
Qui sotto ti allego un esempio.
L’idea è che un segnale di pericolo che ci segnala la presenza di un essere umano, non debba essere solo e unicamente iconicamente rappresentato come maschile, o femminile, che quando c’è da lapidare qualcuno, insomma, è giusto che una barba, finta o vera che sia, non escluda che le donne possano partecipare…
Oggi mi sono svegliata con in testa la canzone che canta in
Oggi mi sono svegliata con in testa la canzone che canta in playback quel travestito ne Il Giorno della Locusta, Hot Voodoo, che cantava la Dietricht in un altro film, dove c’è tutto, uomini donne castrate travestiti…
“I wanna misbehave”
“I wanna misbehave”
Aloha.
Aloha.
“I wanna misbehave”
Chi non beve è perché si sente superiore!