Due uomini viaggiano, uno in fronte all’altro, nella stessa carrozza del treno.


Uno tiene sulle gambe una scatola con dei fori sul coperchio.  Dopo un po’ di tempo passato in silenzio a fare congetture su cosa contenga la scatola, l’altro, divorato dalla curiosità, chiede:


“Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di notare la sua scatola. Cosa trasporta?” 
“Una mangusta”
“Una mangusta? E cosa se ne fa di una mangusta?”
“Vede, mia sorella è afflitta da sogni terribili in cui è minacciata da migliaia di serpenti. Le sto dunque portando questa mangusta per spaventarli.”


Il secondo uomo è perplesso.


“Ma quelli che sua sorella vede sono serpenti immaginari.”
“Infatti! Questa è una mangusta immaginaria”.

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Disegno Poster

NIENTE DI GRAVE

Forse l’estate ha finito di vivere.
Si sono fatte rare anche le cicale.
Sentirne ancora una che scricchia è un tuffo nel sangue.
La crosta del mondo si chiude, com’era prevedibile
se prelude a uno scoppio. Era improbabile
anche l’uomo, si afferma. Per la consolazione
di non so chi, lassù alla lotteria
è stato estratto il numero che non usciva mai.
Ma non ci sarà scoppio. Basta il peggio
che è infinito per natura mentre
il meglio dura poco. La sibilla trimurtica
esorcizza la Moira insufflando
vita nei nati-morti. È morto solo 
chi pensa alle cicale. Se non se n’è avveduto 
il torto è suo.

Siamo pare costretti a cercare del senso in un mondo che l’ha perso. Dare senso a quello che facciamo, Testaccia, è l’unico modo per dare senso al mondo. Non parlo di valore. Il valore di quello che facciamo lo devono dare gli altri, e può essere molto grande, un miliardo, o molto piccolo, come un pennello e una matita. Ma a prescindere da quanto guadagni, non bisogna perdere di vista il senso di quello che facciamo.

E così eccoci qua a fare disegnetti sull’apocalisse. Sembra un sogno assistere al lento disfacimento del mondo che conosciamo. Sembra incredibile che davvero potremmo assistere alla fine del mondo. Ci aspettavamo le trombe di Dio suonare una musica epica e roboante, e invece ecco che il mondo si consuma in silenzio, all’infinito.

Ogni mattina leggo una poesia dalla raccolta di tutto Montale che tengo sul comodino come una Bibbia. E quel passo te lo recito appena ci vediamo per capire se anche te risuona nel cervello come una rivelazione. Perché Montale era uomo intelligente, istruito, civile ma era anche soprattutto qualcuno in contatto con l’Altra Parte, il mondo che sta dietro al mondo in cui ci è capitato di andare a volte io e te, e da cui sorgono le immagini che riportiamo sulla carta.

Al versetto di questa Bibbia laica ci ho associato il disegno che abbiamo fatto per il concorso polacco. Forse non parla del virus come chiedeva il testo del concorso, è vero. Ma parla di strade vuote, come in un sogno post apocalittico in cui sono rimasti solo gli animali a girare per strada di notte… lo senti il suono delle cicale?