Lunghe nottate spese a passeggiare per le strade di tante cittadine deplorevoli, da Vicolo Squallore, un insulso cul de sac di un’insulsa città emiliana, trasformato in una parete di piccole teste urlanti, ai vicoli puliti e sciatti di Bourgoin-Jallieu, alla ricerca di un Bistrot ancora aperto, che poi abbiamo trovato.
Finiscono inevitabilmente per strada i nostri disegni, gli adesivi, le scritte sotto i lampioni, i poster fluorescenti, anche a Bologna in uno squallido vicolo del centro storico, tra un vibratore e una fregna. Disseminiamo di segni il nostro piccolo mondo antico, altrimenti come potremmo esistere, nevvero Testaccia?
Lo chiamerei Gulliver’s trouble, vizietto di un gruppetto di lillipuziani leather e burloni…